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Battaglia di Breitenfeld

Questo diorama forseuno dei più grandi in europa, misura dai 120 ad i 140 metriquadri (a seconda dello spazio disponibile), è riprodotta perfettamente la morfologia del territorio,  e si compone di oltre 10000 figurini (tutti dipinti a mano) la grande opera è stata realizzata dal nostro vicepresidente prof. Ugo Barlozzetti con l’aiuto di altri associati.

 nell’ambito della fase svedese della guerra dei trent’anni. Sotto il comando del re di Svezia Gustavo Adolfo, le forze protestanti inflissero una decisiva sconfitta all’armata cattolica guidata dal conte di Tilly. La vittoria confermò la grande abilità tattica del Re di Svezia, e indusse molti stati tedeschi protestanti ad allearsi con la Svezia contro la Lega Cattolica e l’Imperatore.                      Alla fine di agosto del 1631, il comandante imperiale e massimo esponente militare della Lega Cattolica, Johann Tserclaes, conte di Tilly, invase la Sassonia nella speranza di forzare l’allora Elettore Giovanni Giorgio I a rinunciare a schierarsi dalla parte degli svedesi. Giovanni Giorgio, fino ad allora ancora indeciso, rispose invece unendo le proprie forze a quelle svedesi, e Gustavo Adolfo si preparò a ingaggiare battaglia e scacciare Tilly dalla Sassonia. Quest’ultimo si portò con le proprie forze a Breitenfeld, a nord di Lipsia, e si preparò a ricevere il nemico. 

La parte protestante poteva contare su un esercito di approssimativamente 41.500 uomini, mentre l’esercito della Lega Cattolica era formato da circa 35.000 uomini. Oltre ad avere un certo vantaggio numerico, le forze protestanti potevano contare anche su un decisivo vantaggio tattico, derivato dai diversi tipi di formazione impiegati dalle due parti.

Le forze della lega combatterono nella tradizionale formazione in voga fin dal XVI secolo, ovvero il tercio, grande formazione di entità numerica variabile, in questo caso di circa 1500 uomini, con un fronte di 150 uomini schierati su 10 file. Il centro del tercio era composto da un compatto blocco di picchieri, supportati da unità di moschettieri sui fianchi. L’esercito cattolico era composto di 14 di queste formazioni, di cui 12 furono schierate in gruppi di tre tercio, con il tercio centrale avanzato rispetto a quelli laterali; i due tercio restanti furono disposti alle ali dello schieramento.

La cavalleria era schierata su ogni fianco, con l’ala destra sotto il comando di Fürstenberg, e l’ala sinistra al comando di Pappenheim. La cavalleria cattolica adottava, ancora una volta, una tattica tradizionale, il caracollo, affermatosi a causa della predominanza dei picchieri sul campo, che consisteva in una serie di elaborate manovre condotte dalle truppe montate per scaricare in successione le proprie pistole sul nemico, senza contatto diretto.

Al contrario le truppe svedesi furono disposte in due lunghe linee, la cui profondità era di cinque uomini per i picchieri e sei per i moschettieri. I moschettieri erano stati addestrati alla tattica del fuoco di fila, che garantiva un elevato volume di fuoco, ulteriormente incrementato dall’utilizzo di cannoni leggeri reggimentali, posti tra le formazioni di fanteria.

La cavalleria svedese fu disposta alle ali e, in parte, amalgamata le formazioni di fanteria; a differenza di quella imperiale, era addestrata a condurre rapide cariche all’arma bianca.

L’Elettore di Sassonia dispose le proprie truppe alla sinistra di quelle svedesi, utilizzando la formazione tradizionale.

   

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